LE EMORROIDI: sintomi e terapie. Ne parliamo con il Dott. Carlo Andrea Ferrari

Quella delle emorroidi è una problematica molto più frequente di quanto non si possa pensare, solo che rientra ancora tra le patologie di cui è difficile parlare. Risulta esserne colpito il 10% della popolazione mondiale adulta, soprattutto nella fascia di età intorno ai 50 anni e presente nelle aree più sviluppate. Si tratta certamente di un disturbo molto fastidioso, ma il cui trattamento e prevenzione è possibile e spesso risolutivo.

COSA SONO LE EMORROIDI

Le emorroidi sono vene (piccole sacche piene di sangue) posizionate subito all’interno dell’ano, cioè nel canale anale (ultimi 3-4 cm del tubo digerente).

Più in dettaglio, sono dei cuscinetti elastici che hanno funzione di “guarnizione” e contribuiscono al mantenimento della continenza, gonfiandosi e sgonfiandosi a seconda della situazione.

“Le emorroidi rappresentano la parte più bassa della mucosa, ovvero il rivestimento interno del retto – spiega il Dott. Carlo Andrea Ferrari, Specialista in Proptologia presso il Centro Medico Spallanzani di Parma creano problemi se si gonfiano e prolassano  al di fuori dell’ano per uno scollamento della mucosa dallo strato muscolare della parete rettale, quello più esterno. Il cosiddetto “prolasso emorroidario“ può presentarsi in modi differenti: 1° grado, appena percettibile; 2°grado quando fuoriescono durante la spinta della defecazione e rientrano subito dopo, cosa che porta il paziente a non accorgersene, con la possibilità che possano sanguinare; 3°grado quando fuoriescono e possono rientrare da sole dopo qualche tempo, oppure se il paziente le riduce manualmente; 4° grado se non si riducono”.

SINTOMI

Per quanto riguarda gli effetti, è bene ricordare che il dolore può comunque comparire, anche in maniera piuttosto intensa, in qualsiasi stadio della malattia emorroidaria.

I sintomi sono principalmente quello del sanguinamento (sangue rosso-vivo). Si presenta con bruciore nella defecazione, lasciando prurito nel caso in cui le emorroidi rimangano all’esterno, questo perché la mucosa che le ricopre, come la mucosa all’interno della bocca, non è fatta per rimanere esposta.

“Il prolasso emorroidario non provoca un vero e proprio dolore, a meno che non sia marcato e irriducibile, ma prurito e bruciore – sottolinea il Dott. Carlo Andrea Ferrari – La complicanza dolorosa del prolasso è la trombosi del nodulo emorroidario, ovvero la coagulazione del sangue in esso contenuto, che diventa duro, bluastro e dolente al tatto”

Quindi, cosa fare in caso di sanguinamento e/o prolasso emorroidario?

“Innanzitutto regolarizzare il transito Nuovo intestinale con una dieta ricca di fibre, cioè frutta, verdura e abbondante assunzione di acqua – spiega il Dott. Ferrari – questo perché stitichezza e diarrea aggravano il prolasso ed i suoi sintomi. Poi, previa visita medica e sotto consiglio di uno specialista, assumere farmaci in grado di rinforzare la parete venosa emorroidaria, solitamente a base di Diosmina, utilizzata anche per le varici agli arti inferiori. Se la terapia medica risulta insufficiente a risolvere il problema, è indicata una soluzione chirurgica”.

Quello che viene considerato il “vecchio“ intervento di emorroidectomia, secondo Milligan-Morgan, consiste nell’asportazione delle emorroidi. Tale operazione lascia ferite aperte nel canale anale, risultando molto doloroso, con tempi lunghi di guarigione e recupero, oltre a provocare spesso un restringimento del canale anale in seguito alla cicatrizzazione delle ferite.

“Alla fine dello scorso millennio il Prof. Antonio Longo ha avuto un’intuizione geniale che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Perché togliere le emorroidi se queste danno problemi solo se prolassano?  Perché non risollevarle riportandole nella posizione in cui la natura le ha messe? La sua tecnica utilizza una suturatrice meccanica circolare monouso che accorcia la mucosa a monte delle emorroidi risollevandole. Non lascia ferite aperte e viene eseguita nel retto, dove la sensibilità al dolore è assai minore di quella del canale anale. Per cui, lieve dolore e una più rapida ripresa delle normali attività”.