Endometriosi: sintomi, cause e trattamenti. Il parere dello specialista

Ci sono patologie di cui ancora si sente parlare troppo poco, di cui le persone conoscono troppo poco. Patologie difficili da individuare se non vengono cercate, ma che comportano sintomi e conseguenze. Una di queste patologie è l’endometriosi.

Molto frequente nella popolazione generale, si calcola che possa interessare il 10/20% delle donne in età fertile. Colpisce prevalentemente donne tra i 25 e i 35 anni ed è praticamente assente nell’età pre-puberale e post-menopausale. Benché nel nostro paese siano affette da endometriosi tre milioni di donne circa, la diagnosi è nel 30-40% dei casi accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie.

Ma cos’è esattamente l’endometriosi?

Lo abbiamo chiesto a Beatrice Gualerzi, Specialista in Ginecologia presso il Centro Medico Spallanzani di Parma.

“L’endometriosi può essere definita come un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala, in questi organi, di cellule endometriali che, in condizioni normali, si trovano solo all’interno dell’utero. Nell’endometriosi, quindi, il tessuto endometriale va a posizionarsi in sedi diverse da quella fisiologica. 

Durante l’arco del ciclo mestruale, questo tessuto endometriale inappropriato – che prende il nome di ectopico – subisce, a opera degli estrogeni prodotti dall’ovaio, le stesse modificazioni dell’endometrio uterino fisiologico: ciò rappresenta la causa dei sintomi e dei segni clinici che contraddistinguono l’endometriosi.
Tipica delle donne in età fertile, la malattia endometriosica è uno dei fattori causali più comuni di 
dolore cronico pelvico  nelle donne in età fertile.
Malgrado il grande interesse clinico che suscita l’endometriosi, specialmente negli ultimi anni, questa malattia resta ancora oggi in gran parte sconosciuta, soprattutto per quanto concerne la sue conseguenze sulla fertilità”.

ENDOMETRIOSI: LE CAUSE

Le cause precise dell’endometriosi sono ancora poco chiare.
1) Teoria della mestruazione retrograda

“Secondo tale teoria – spiega la dott.ssa Gualerzigruppi di cellule dell’endometrio, che si sfaldano durante le mestruazioni, refluirebbero attraverso le tube di Falloppio fino alla cavità addomino-pelvica, dove si impianterebbero sul peritoneo e sugli organi avvolti dal peritoneo. L’impianto delle suddette cellule all’interno della cavità addomino-pelvica dà luogo al fenomeno delle cosiddette “isole endometriosiche”.

  • Teoria della disseminazione per via linfatica ed ematica

“In questo caso, le cellule dell’endometrio potrebbero raggiungere altri organi – polmoni o reni – attraverso il sistema linfatico o il sangue, mediante le vene pelviche.
La teoria della disseminazione per via linfatica ed ematica è l’ipotesi più accreditata, per spiegare tutte le presenze di endometrio al di fuori della 
cavità pelvica e che non possono dipendere dal trasporto retrogrado” aggiunge la Dott. Gualerzi.

  • Teoria metaplasica

“In base alla teoria metaplasica, le cellule del peritoneo andrebbero incontro, per cause sconosciute, a una trasformazione in cellule dell’endometrio.
Se fosse vera
– sottolinea la dott.ssa – la teoria metaplasica spiegherebbe l’eccezionale formazione di tessuto endometriale nella vescica e nella prostata di soggetti di sesso maschile”.

  •  Teoria ormonale

“Tale teoria afferma che, in alcuni soggetti, l’endometriosi dipenderebbe dall’attività degli estrogeni, i quali, durante la pubertà femminile, indurrebbero la trasformazione in cellule endometriali di alcune cellule, destinate in origine a diventare altro”.

  • Teoria della predisposizione genetica

Questa teoria ritiene che l’endometriosi sia una sorta di condizione ereditaria; si regge sull’osservazione che un numero non trascurabile di donne portatrici di endometriosi hanno un parente di primo grado – ovviamente di sesso femminile – affetto dalla medesima condizione.

FATTORI DI RISCHIO

Ci sono alcuni fattori di rischio che possono determinare lo sviluppo di endometriosi:

  • Nulliparità: è il termine medico usato per indicare le donne che non ha mai partorito
  • Menarca (ossia la prima mestruazione) in età precoce
  • Menopausa in età molto avanzata
  • Cicli mestruali brevi (durata inferiore ai 27 giorni)
  • Mestruazioni molto prolungate (durata maggiore di 7 giorni)
  • consumo ingente di alcol
  • Storia familiare di endometriosi

I SINTOMI

“Le donne che soffrono di endometriosi riferiscono dolore mestruale. – sottolinea Beatrice GualerziIl dolore può essere cronico e persistente, con aggravamento durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi.

Il dolore durante i rapporti sessuali, e alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci, è caratteristico della endometriosi del setto rettovaginale, chiamata anche endometriosi profonda infiltrante – deep infiltranting endometriosis, DIE). Altre volte i dolori si manifestano durante la minzione e sono caratteristici della endometriosi vescicale”.

L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi), l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti.

“Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.

Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e non devono essere taciuti. Le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore”.

DIAGNOSI

In genere, per una diagnosi corretta e completa sono fondamentali:

  • Anamnesi con la raccolta dei sintomi e valutazione attenta della storia clinica
  • Esame obiettivo con  visita ginecologica
  • Diagnostica per immagini(ecografia transvaginale o transrettale, risonanza magnetica, TAC) e, talvolta, una procedura chirurgica minimamente invasiva come la laparoscopia a scopo diagnostico

ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE: COSA MANGIARE

sintomi dell’endometriosi, come il dolore e l’infiammazione, possono essere ridotti mantenendo un’alimentazione ricca di cibi anti infiammatori e disintossicanti. Per questo motivo la Fondazione Italiana Endometriosi ha stilato alcune linee guida in merito alla dieta a cui dovrebbero attenersi le pazienti affette da questa patologia.

È dunque fondamentale, in caso di endometriosi, aumentare l’apporto di alimenti ricchi di fibre: cereali integrali, legumi, verdura, frutta fresca (in particolare mele, pere e prugne). Le fibre, infatti, stimolano le funzioni digestive e intestinali e contribuiscono ad abbassare il livello ematico degli estrogeni, aiutando, quindi, a tenere a riposo gli organi e i tessuti estrogeno-dipendenti, tra i quali figura appunto l’endometrio.

Sono poi importanti i cibi ricchi di acidi grassi Omega 3, che contribuiscono ad aumentare la produzione di prostaglandina PGE1, molecola in grado di ridurre i processi infiammatori.

A integrazione della dieta, lo specialista può aggiungere, se lo ritiene opportuno, l’assunzione di specifici integratori, per garantire all’organismo un adeguato apporto di importanti componenti come vitamina D, Omega 6, Metilfolato di calcio, Partenio, Quercetina, Curcuma e Nicotinamide

I TRATTAMENTI PER L’ENDOMETRIOSI

“Tra i trattamenti proposti per l’endometriosi l’uso dell’estroprogestinico o del solo progestinico è capace di migliorare il quadro sintomatologico in quanto abolisce la stimolazione ormonale e la crescita degli impianti endometriosici. – spiega la dott.ssa GualerziÈ importante che tali preparati vengano assunti continuativamente per evitare lo sfaldamento dell’endometrio simil-mestruale che favorisce un ulteriore passaggio di endometrio attraverso le tube. In buona sostanza, la pillola estroprogestinica nelle donne con endometriosi sintomatica dovrà essere assunta continuativamente, senza l’interruzione ciclica di pochi giorni.

Il ricorso alla chirurgia deve essere valutato sempre molto attentamente e le indicazioni oggi sono quelle di sottoporre a intervento chirurgico solo quei casi in cui non ci sono alternative. La tecnica chirurgica considerata il gold standard per l’endometriosi è la laparoscopia, che deve essere sempre però eseguita da chirurghi esperti, che abbiano a cuore la salute riproduttiva della donna e che utilizzino modalità chirurgiche corrette” conclude Beatrice Gualerzi.